La patologia

L'ictus (dal latino "colpo", "stroke" in inglese) è una patologia cerebrovascolare che si verifica quando vi è una scarsa perfusione sanguigna al cervello che provoca la morte delle cellule nervose.

Vi sono due tipologie di ictus: quello ischemico, dovuto alla mancanza del flusso di sangue, e quello emorragico, causato da un sanguinamento eccessivo. Entrambi compromettono una o più porzioni del cervello che risulta incapace di funzionare correttamente. I segni e i sintomi di un ictus possono comprendere l'incapacità di muoversi, di percepire un lato del corpo o anche problemi nella comprensione, nella produzione orale o ancora la perdita parziale del campo visivo.

Superata la fase acuta della malattia, per la maggior parte dei pazienti si assiste ad un miglioramento. Le possibilità di recupero variano in relazione all'estensione della lesione e alla particolarità della zona colpita. La lesione, per la maggior parte delle cellule cerebrali, è di tipo reversibile: le cellule, infatti, non muoiono e possono riprendere a funzionare. Le conseguenze dell'ictus possono variare caso per caso: alcuni sperimentano solo disturbi lievi, che con il tempo divengono quasi trascurabili, altri portano gravi segni della malattia per mesi o per anni. 

Riferendo ciascuna delle seguenti percentuali alla totalità dei pazienti si ha che: 

  • il 15%  viene ricoverato in reparti di lungodegenza; 
  • il 35% presenta una grave invalidità e una marcata limitazione nelle attività della vita quotidiana; 
  • il 20% necessita di assistenza per la deambulazione; 
  • il 70% non riprende la precedente occupazione.

La riabilitazione

Un aspetto di fondamentale importanza è legato alla riabilitazione: infatti nei primi mesi dopo la malattia viene avviato un programma di riabilitazione personale atto principalmente al recupero dell'attività motoria, fortemente danneggiata dall'evento ischemico. Il progetto riabilitativo comprende la rieducazione del controllo posturale e il trattamento dei disturbi del linguaggio e della comunicazione. Nel contesto di un progetto riabilitativo si prevede talvolta la possibilità di utilizzare presidi come ortesi e posizionatori. Tra questi un ruolo primario è affidato agli esoscheletri.

Nel periodo di cura post-ictus si rilevano due fasi: la paralisi flaccida e la paralisi spastica. Nel caso di paralisi flaccida la lesione può dipendere dalla compromissione di un nervo periferico o da una malattia del nervo stesso. La forma clinica più frequente è quella di mano radiale o "cadente" con impossibilità di estendere polso e dita. La mano perde così ogni funzione motoria e sensitiva. Questa fase si presenta immediatamente dopo il sopraggiungere dell'ictus e dura per un tempo limitato di massimo due settimane. La cura riabilitativa prevede l'uso di posizionatori e tutori che sorreggono l'arto e la mano lesionati.

Dalla seconda settimana e per i mesi successivi alla patologia, il paziente presenta paralisi spastiche alla mano, generalmente in forma unilaterale. In questa fase la mano risulta essere soggetta a spasticità e ipertonia muscolare. I muscoli non riescono ad essere controllati in modo volontario e tendono a mantenere una posizione di contrattura per lunghi periodi, come conseguenza di una continua attivazione del riflesso da stiramento. Il soggetto non è in grado di rilassare i muscoli e quindi di avere un controllo sull'apertura/chiusura dell'arto. La mano si presenta chiusa e rigida richiedendo l'aiuto di un fisioterapista che movimenta l'arto lesionato favorendo il controllo cosciente dell'organizzazione motoria. Questa forma di riabilitazione può essere integrata usando ortesi funzionali, come esoscheletri.


Dati percentuali

A livello mondiale, in un anno, circa 17 milioni di persone subiscono un evento ischemico cerebrale. Nel 2013 l'ictus è stato la seconda più frequente causa di morte dopo le malattie coronariche, responsabile di 6,4 milioni di decessi.

Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, in Italia, si verificano circa 200.000 casi ogni anno, di cui l'80% sono nuovi episodi e il 20% recidivi. L'ictus è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie e rappresenta la principale causa d'invalidità. Nel nostro Paese il numero di soggetti sopravvissuti, con esiti più o meno invalidanti, è pari a circa 913.000.

Ad 1 anno dall'evento acuto, un terzo dei pazienti sopravvissuti ad un ictus presenta un grado di disabilità elevato, tanto da poterli definire totalmente dipendenti.