SVILUPPO DI UN NUOVO CONCEPT

Considerati i limiti spiegati nella sezione specifiche, si è giunti alla conclusione che doveva cambiare l’approccio al problema partendo dalle radici. Le prime imprecisioni nella regolazione avvengono nel momento stesso in cui si colloca l’aggancio in alluminio per essere poi inglobato.

Si è deciso di scartare l'idea di una regolazione che avvenisse ad aggancio già fissato definitivamente, che compensasse gli errori commessi nella prima fase. Questo avrebbe infatti comportato un allontanamento della lamina dall'invaso, oltre a dover necessariamente ricorrere a cunei fatti su misura.

 

E’ decisamente preferibile riuscire ad effettuare la regolazione subito dopo la realizzazione della coppa (grazie ad un calco del moncone), che permetta di individuare la giusta posizione dell'aggancio definitivo, inclinato nei tre diversi piani in modo tale da consentire all'atleta di avere una postura corretta.

Il primo problema conseguente a questa scelta è stato quello di dover pensare ad una struttura che si potesse agganciare facilmente all'invaso. Considerata la superficie scabra con cui si doveva interfacciare, tornava utile l'utilizzo di un'imbottitura interna che assorbisse le irregolarità.

Particolare attenzione si è rivolta alla chiusura di questa struttura attorno all'invaso. La prima idea è stata quella di utilizzare un sistema di chiusura in stile casco motociclistico, poi rimpiazzata da una chiusura ispitata ad uno scarpone da sci, dato che avrebbe permesso una migliore aderenza.

 

Su questa base si è poi sviluppato tutto il sistema di regolazione, che ha coinvolto l'uso di una struttura sferica, geometria particolarmente utile per delle rotazioni in tutto lo spazio (Vedi dettagli nei paragrafi successivi) .