Design Review: portamozzo posteriore dell'autovettura Covini C6W

Fattibilità tecnologica

Su indicazione dell'ing. Covini ci siamo basati, per la riprogettazione, su tecniche costruttive pressochè analoghe a quelle utilizzate per la realizzazione del pezzo originale, mantenendo inoltre come materiale l'acciaio S355 già usato per il prototipo: ciò è stato fatto tenendo ben presente la necessità di contenere i costi di produzione, vista la bassa tiratura di pezzi da produrre. Siamo quindi ricorsi a tecniche semplici quali la piegatura e la saldatura di lamiere, già impiegate per la produzione dei vecchi portamozzi.

Considerando i vincoli da rispettare, abbiamo pertanto scartato la possibilità di impiegare lamiere sottili dotate di nervature ricavate per deformazione plastica, che oltre ad aumentare i momenti di inerzia delle sezioni avrebbero causato l'aumento di resistenza meccanica del materiale per via dell'incrudimento prodotto.

Parallelamente abbiamo dovuto eliminare l'idea di adottare una struttura a traliccio oppure scatolata, soluzione che successivamente abbiamo scoperto essere già stata scelta anche nella Honda Ra272F, vettura che ha preso parte al campionato di Formula 1 nel 1965, e nell'imbattibile Lotus 49 di Jim Clark e Graham Hill successiva di due anni: si tratta di strutture molto efficaci dal punto di vista della resistenza e della leggerezza, ma troppo complesse da realizzare artigianalmente a causa dell'elevato numero di elementi da assemblare con precisione.

Ci siamo pertanto orientati sulla scelta che ci pareva più ovvia: la riduzione degli spessori ove possibile in contemporanea con l'aggiunta di rinforzi nei punti più stressati. Da queste premesse abbiamo sviluppato un nuovo portamozzo.

 


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