Modellazione CAD

 

Il file ottenuto dalla reverse engineering è stato importato in CATIA, il formato però era visto dal programma come un'unica entità geometrica sulla quali non si poteva effettuare nessuna operazione. Il file è stato dunque importato e modificato in GEOMAGIC in modo da cercare di rendere le superfici più regolari e da convertire il file in un formato utilizzabile dal CAD. Il file è stato quindi aperto con CATIA. L'oggetto era costituito da una serie di superfici molto irregolari, ed era necessario aggiungere uno spessore all'oggetto in modo da renderlo solido. Il programma non permetteva questa operazione a causa della diversa orientazione delle superfici che davano origine a conflitti nel calcolo. Tramite il modulo Wireframe and Surface Design di CATIA abbiamo effettutato l'esplosione delle superfici, conferito lo spessore (1,5 mm) a tutte le superfici singolarmente e quindi riunito il tutto. Eravamo quindi giunti ad un prototipo virtuale che riproduceva abbastanza fedelmente il nostro oggetto reale. Nel momento in cui, però, abbiamo tentato di fare la mesh dell'oggetto per procedere al calcolo delle sollecitazioni con il metodo degli elementi finiti il programma non riusciva nell'operazione a causa della irregolarità delle forme del solido. Nonostante abbiamo tentati in vari modi di ovviare a questo problema, prima infittendo la mesh nei punti in cui era presente l'errore (fino a 0.1 mm, con grossi tempi di calcolo) e poi cercando di regolarizzare le superfici, non siamo riusciti ad arrivare ad una discretizzazione dell'elemento attraverso mesh.

 

Abbiamo dunque deciso di adottare un'altra tecnica: basandoci sull'elemento costituito da unione di superfici ottenuto attraverso l'elaborazione della nuvola di punti rilevata dallo scanner, abbiamo proceduto ad una ricostruzione del pezzo partendo da zero. Data la complessità della forma abbiamo disegnato il nostro oggetto utilizzando il comando di superfice multi-sezione, in cui le sezioni erano costituite dalle sezioni del forcellone ottenute come intersezione di piani ortogonali, e le linee guida erano le direttrici longitudinali dei longheroni (i due tubi che costituiscono il forcellone). In seguito abbiamo conferito alla superficie ottenuta uno spessore. Abbiamo così finalmente ottenuto un oggetto solido analizzabile attraverso gli strumenti si Fem di CATIA.

Spessore

Complessivo

 

Longherone