Il taglio
a getto d'acqua nasce all'inizio degli anni Settanta e si sviluppa
commercialmente solo nel decennio successivo, trovando applicazione
in un buon numero di campi.
Inizialmente
con un getto di sola acqua espulso ad elevatissime pressioni (fino
a 400 MPa) da un ugello di piccolo diametro (0,1 - 0,5 mm) era possibile
tagliare una vasta gamma di materiali (cartone, stoffe, nylon, compensato,
polietilene e prodotti alimentari) ma per diventare competitiva
nei confronti delle tradizionali tecnologie di taglio, alla nuova
tecnologia era richiesta la capacità di tagliare anche i
metalli.
Un primo
tentativo eseguito dagli studiosi fu quello di lavorare con pressioni
dell'ordine dei 700 MPa per tagliare, con il getto di sola acqua,
una lastra di alluminio di appena 0,5 mm di spessore. Questa strada
fu subito abbandonata in quanto pressioni di questo ordine di grandezza
sono difficilmente raggiungibili in ambito industriale.
Nei primi
anni Ottanta vennero aggiunti al getto di sola acqua dei grani di
abrasivo (tipicamente granato o sabbie silicee), ottenendo un incremento
enorme della capacità di taglio.
Questo fatto,
unito all'integrazione con impianti robotizzati e sistemi computerizzati,
ha permesso la realizzazione di tagli complessi, tridimensionali
e sui materiali più duri e difficilmente lavorabili con le
tradizionali tecnologie di taglio (ad esempio titanio, acciaio inossidabile,
marmo, vetro e materiali compositi) ottenendo prestazioni spesso
irraggiungibili dagli altri sistemi di taglio.
Il presente
progetto ha come obbiettivo l'individuazione, la progettazione e
la messa a punto di un sistema in grado di controllare una particolare
variabile di processo, ossia la portata di abrasivo.
Difatti gli
effetti che le variazioni incontrollate della portata di abrasivo
possono causare sulla qualità del taglio sono notevoli; essa
infatti influenza tutti i parametri normalmente utilizzati per la
valutazione della qualità del taglio AWJ, in particolare
la profondità massima del solco di taglio, la rugosità
media della superfici ottenute e la conicità del solco.
Gli attuali
sistemi di taglio a getto idroabrasivo non sono dotati di sistemi
di adduzione in grado di effettuare un controllo "attivo"
della portata di abrasivo, lasciando quindi questa importante variabile
del processo senza un adeguato controllo.
Da queste
brevi considerazioni preliminari nasce la necessità di disporre
di sistemi di controllo retroazionato della portata in grado di
ridurre al minimo la variabilità che caratterizza questo
parametro e quindi garantire al termine della lavorazione una maggiore
uniformità del taglio.
Necessità di un sistema di regolazione
Il taglio
mediante l'uso di un getto idroabrasivo (AWJ) è un processo
di rapida erosione. La rimozione del materiale avviene a causa dell'impatto
delle particelle abrasive con il materiale in lavorazione. Le particelle
abrasive hanno una velocità supersonica ed il getto d'acqua
gioca il ruolo di vettore di energia accelerando le particelle di
abrasivo.
La tecnologia
AWJ rappresenta un'alternativa molto interessante ad alcune tecnologie
tradizionali sia per quel che riguarda problemi specificatamente
tecnici sia per far fronte all'esigenza di concorrenza in un mercato
che ha dato sempre più peso al processo di produzione industriale.
La tecnologia AWJ è nata negli anni '70 e da allora si è
sempre compiuto un costante sforzo con l'intento di comprendere
a fondo i fenomeni che regolano il processo di taglio mediante getto
idroabrasivo.
Nonostante
siano trascorsi 30 anni, si può affermare che l'AWJ sia ancora
una tecnologia con molte potenzialità da scoprire. Le principali
difficoltà che ne hanno caratterizzato lo sviluppo risiedono
nella presenza di parecchie variabili di processo in gioco. Proprio
per questo, in un'ottica di continuo sviluppo tecnologico e qualitativo
di questi sistemi, non si può più pensare di lasciare
senza controllo una variabile fondamentale, come è la portata
di abrasivo.
Breve descrizione
fisica del processo
L'acqua,
eventualmente additivata con un polimero a catena lunga per migliorare
la coerenza del getto, viene aspirata in un intensificatore di pressione
e portata alla pressione desiderata (fino a 400 MPa); successivamente
viene spinta in un accumulatore che funge da attenuatore della pulsazione
di pressione, così da arrivare all'ugello con una pressione
abbastanza uniforme.
Per ragioni di sicurezza l'intensificatore viene in genere posto
lontano dalla stazione di taglio.
L'ugello primario è il punto nel quale avviene la trasformazione
dell'energia di pressione in energia cinetica del getto. Questo
componente ha dimensioni che variano da 0,1 a 0,5 mm, e la velocità
dell'acqua in questo punto può raggiungere i 900 m/s, ovvero
circa tre volte la velocità del suono.
Lo spessore
del materiale che si può tagliare aumenta col crescere del
diametro dell'ugello e della pressione imposta dall'intensificatore,
mentre diminuisce con l'aumentare della velocità relativa
fra testa e pezzo.
Generale
la qualità del taglio è tanto maggiore quanto maggiore
è l'energia spesa per unità di lunghezza tagliata.
Seguendo
il flusso del getto, dopo l'ugello primario si trova la camera di
miscelazione, dove il getto d'acqua incontra l'abrasivo e lo trascina
con sé attraverso un focalizzatore che mantiene collimato
il getto dirigendolo contro il pezzo in lavorazione.
L'aggiunta
di abrasivo al getto di sola acqua rende possibile il taglio dei
metalli; inoltre, a parità di spessore tagliato, aumentando
la quantità di abrasivo miscelata si possono realizzare tagli
con velocità di avanzamento della testa maggiori e quindi
ciò consente un notevole miglioramento della produttività
del sistema.
Al fine di
conoscere meglio le caratteristiche, le possibili applicazioni e
le potenzialità di questa affascinante tecnologia, ne vengono
di seguito brevemente elencati i principali vantaggi e svantaggi:
¨ flessibilità
del sistema: intesa sia come capacità di tagliare una gamma
di materiali molto vasta sia come capacità di realizzare
un taglio omnidirezionale nel piano e tridimensionale, soprattutto
se interfacciata con sistemi di tipo CAD/CAM, il tutto unito dalla
possibilità di iniziare il taglio da qualunque punto del
materiale, senza dover realizzare un foro di partenza con altri
mezzi;
¨ superfici
ottenute: le superfici ottenute presentano limitatissimi danneggiamenti
termici nella zona di taglio grazie all'azione refrigerante dell'acqua
e danneggiamenti meccanici quasi inesistenti, grazie alle ridotte
forze di interazione meccanica (dell'ordine di poche decine di Newton);
¨ fissaggio
del pezzo: le ridotte forze di interazione pezzo-utensile consentono
di semplificare notevolmente il fissaggio del pezzo;
¨ larghezza
del solco: si ottiene una larghezza del solco di taglio minima,
con una diminuzione degli sfridi di processo ed un'asportazione
istantanea del truciolo assieme all'acqua e all'abrasivo;
¨ usura
dei componenti: ugello primario e focalizzatore, durante il processo
subiscono una rapida usura; il loro costo, dal momento che non vengono
sostituiti al cambiare della lavorazione, può essere ripartito
su un elevato numero di pezzi, inoltre si ottiene un notevole risparmio
per quanto riguarda i tempi di attrezzaggio;
¨ rumorosità:
il sistema presenta una elevata rumorosità, dovuta al fatto
che il getto d'acqua uscente dalla testa di taglio ha velocità
supersoniche, soprattutto nel caso di taglio con sola acqua; questo
inconveniente può essere risolto con la tecnica getto sommerso,
ovvero innalzando il livello dell'acqua nella vasca fino alla completa
copertura della tavola portapezzo, del pezzo stesso e di parte della
testa di taglio;
¨ produzione
di polveri: la produzione di polveri è causata dall'impatto
particella-pezzo che devia le particelle in ogni direzione, diffondendole
nell'ambiente e depositandole sugli organi della macchina; per ovviare
questo problema si può intervenire utilizzando dei sistemi
di aspirazione e di depolveratori;
¨ smaltimento
dell'abrasivo: le quantità di abrasivo industrialmente utilizzate
sono molto elevate; l'abrasivo dopo essere stato utilizzato nella
lavorazione deve essere smaltito come rifiuto industriale, quindi
conferibile ad una discarica e non smaltibile come rifiuto solido
assimilabile agli urbani.
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