Multibody Systems
Introduzione alla cinematica dei Sistemi Multicorpo
" I metodi proposti per l'analisi, in genere non
lineare, dei sistemi meccanici implementati sui moderni
calcolatori digitali sono attualmente in grado di simulare con grande
accuratezza il comportamento statico e dinamico delle macchine e delle
strutture sottoposte all'azione dei carichi esterni. Tali metodologie
sono basate sul concetto di sostituire il sistema reale con un modello
matematico equivalente costituito da un numero discreto di corpi rigidi
o deformabili collegati da elementi elastici e dissipativi.
Il modello matematico opportunamente implementato in un programma di
calcolo può essere in tal modo utilizzato come prototipo "virtuale" del
sistema reale. Un tale approccio al problema E' ormai usualmente
adottato per simulare il comportamento dinamico di macchine, meccanismi,
veicoli, robot e strutture spaziali.
I modelli
matematici sono, con tale approccio, rappresentati da sistemi multicorpo
(con dicitura anglosassone Multibody Systems), ciascuno dei quali è
genericamente sottoposto a grandi spostamenti e rotazioni nello spazio.
Le equazioni che governano il moto di tali sistemi sono complesse ed
altamente non lineari e, nella maggior parte dei casi, non possono
essere risolte analiticamente in forma chiusa. Tali equazioni sono
attualmente generate automaticamente e risolte numericamente da codici
"General Purpose": il progettista viene così ad essere alleviato dal
compito di ricavare personalmente le complesse equazioni di moto e
dell'implementazione su calcolatore. "
Tratto dall'introduzione a: G.
Diana - F. Cheli: Cinematica e Dinamica dei sistemi multicorpo
(pubblicazione sviluppata per i corsi di Modellistica e Simulazione dei
Sistemi Meccanici e Meccanica del Veicolo tenuti dagli Autori presso il
Politecnico di Milano)
Matrici di Trasformazione
La costruzione di un modello
matematico in grado di simulare il comportamento del sistema multicorpo
oggetto del presente studio si basa sulla scrittura delle matrici di
trasformazione che corrispondono ai giunti del meccanismo. Seguendo la
catena di trasformazioni attraverso le corrispondenti matrici è allora
possibile controllare gli spostamenti del sistema meccanico. In questo
progetto, tutti i corpi presi in considerazione sono stati considerati
rigidi e indeformabili.
Il prim o
passo per la scrittura delle matrici di trasformazione è la comprensione
delle matrici di rotazione.
Tali matrici consentono di convertire la rappresentazione del vettore
dal sistema di riferimento j (di partenza) al sistema di
riferimento i (di arrivo).

Le colonne della
matrice sono composte dai coseni direttori degli assi del sistema j
di partenza (X, Y, Z) rispetto agli assi del sistema i di arrivo
(x, y, z). I coseni direttori sono i coseni degli angoli formati da un
vettore con gli assi di riferimento.
Rotazione del
sistema di riferimento 1 (X,Y,Z) di ϑ attorno
a:
Il secondo passo verso la realizzazione delle matrici di trasformazione
è costituito dall'introduzione delle coordinate omogenee:

u è il fattore
di scala; se x,y,z
sono le coordinate cartesiane; se
il
vettore rappresenta un punto improprio, ovvero una direzione nello
spazio.

Siamo ora in grado di descrivere la struttura di una matrice di
trasformazione:

A og ni
giunto del robot si associa una matrice di trasformazione che descrive
il movimento effettuato. Tale matrice dipenderà da uno o più parametri:
l'input della cinematica diretta o l'output di quella indiretta.
Ecco alcuni esempi:
Accoppiamento
rotoidale:

Accoppiamento
prismatico:

Tramite i metodi della
premoltiplicazione e postmoltiplicazione si utilizzano le matrici di
trasformazione dei singolo giunti per descrivere l'intera catena
cinematica. |