Descrizione:
Il
Polivinilcloruro si ottiene dalla polimerizzazione per addizione del cloruro
di vinile. La polimerizzazione viene eseguita in presenza di iniziatori
radicalici e può avvenire in massa (monomero puro), in emulsione o
sospensione (monomero disperso in acqua sotto forma di goccioline) o in
soluzione. In quest’ultimo caso il mezzo di reazione può essere costituito
da un solvente sia del monomero che del polimero, oppure solo del monomero,
nel qual caso si ha la precipitazione del polimero nel corso del processo di
polimerizzazione.
Il PVC commerciale si presenta sotto forma di polvere bianca costituita da
particelle che, a seconda del processo di preparazione, hanno diametri da
qualche micrometro a qualche centinaio di micrometri.
Caratteristiche
Buona resistenza meccanica e chimica, scarsa infiammabilità e buon
isolamento elettrico, buona trasparenza, buona proprietà di barriera ai gas
Applicazioni
Nel settore dell’edilizia è impiegato per la fabbricazione di tubature,
lastre, telai per finestre, tapparelle. Altri prodotti: guaine per cavi
elettrici, finte pelli, parti di automobili.
Lavorabilità
PVC Rigido: può essere stampato per iniezione,
compressione, soffiaggio; può essere inoltre estruso, calandrato, laminato,
termoformato ed usato in letto fluido come polvere per rivestimenti
protettivi.
PVC Plastificato: può essere lavorato come il PVC Rigido, in
più può essere usato per colata, per spalmatura e nello stampaggio
rotazionale.
Il PVC viene
normalmente lavorato con presenza di stabilizzanti e questo semplifica le
operazioni di rilavorazione del PVC poiché è possibile aggiungere altri
stabilizzanti: il polimero può dunque subire un maggior numero di
lavorazioni senza precludere le caratteristiche meccaniche e di
lavorabilità.
Il PVC è l'unico materiale con il quale si realizzano manufatti rigidi e
resilienti e manufatti flessibili.
Questi ultimi si realizzano additivando il PVC con composti altobollenti (ftalati,
adipati) che plastificano il materiale.
Nel PVC la componente in cloro risulta perfettamente riconoscibile da un
nuovo metodo ai raggi X di selezione automatica. Le operazioni di riciclo
meccanico del PVC sono semplici e non causano alcun sostanziale impatto
sull’ambiente.
Una volta separato dai materiali diversi il PVC viene lavato, depurato dalle
eventuali contaminazioni con altri rifiuti ed infine triturato in scaglie o
micronizzato in polveri. A questo punto il PVC è pronto per essere
riutilizzato.
Il PVC è un polimero molto sensibile alle alte temperature in quanto perde
peso già a 200°C, si ha un crollo tra 220°C e 280°C: questa perdita di peso
è molto più consistente di quella degli altri polimeri.
Il principale prodotto di degradazione del PVC è l’acido cloridrico (HCl) e
dipende ovviamente dalle temperature e dai tempi del processo produttivo.
Oltre i 400°C la produzione di HCl è molto rapida invece, alla temperatura
di 300°C occorrono circa 5 ore per sviluppare la metà di HCl presente nel
campione di PVC. Comunque è bene sapere che piccole quantità di HCl non
alterano le caratteristiche meccaniche del PVC.
Corrispondentemente alla produzione di HCl si nota che il sistema aumenta di
viscosità. Si noti che campioni più spessi degradano con maggior intensità.
La cinetica di degradazione del PVC viene notevolmente incrementata dalla
presenza
di ossigeno.
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