Come si può vedere dal seguente spaccato, il flusso investe l’otturatore in modo tale da generare sullo stelo uno stato di sforzo di sola compressione( a valvola chiusa) con leggera inflessione nel transitorio di chiusura.
La variazione di portata in una generica sezione
della corrente dà origine ad un processo di moto vario il quale si propaga
lungo la corrente sotto forma di un’onda con fenomeno del tutto simile a
quello della propagazione di un’onda elastica sonora. Il passaggio dell’onda
produce brusche variazioni degli elementi caratteristici del moto: in
particolare si verifica un cambiamento della pressione, a cui consegue, data la
effettiva natura elastica del fluido, una compressione oppure una dilatazione
locale del fluido. Tale perturbazione si sposta da una sezione all’altra della
corrente con una velocità che viene designata con il nome di celerità la quale è funzione delle caratteristiche elastiche del
mezzo e della condotta.
In generale, dato l’alto valore della celerità,
l’intera lunghezza della condotta, alla quale è applicata la valvola, viene
percorsa dalle perturbazioni in qualche secondo o frazione di secondo: tempi che
risultano essere dello stesso ordine di grandezza della durata delle manovre che
provocano le condizioni perché avvenga il cosiddetto colpo
d’ariete. Tale fenomeno è cosi’ nominato poiché esso si manifesta
con una successione di brusche sovrapressioni che determinano una serie
di violenti colpi contro la parete della condotta. Tuttavia poiché tale
fenomeno interessa specialmente la sezione del tubo in cui è stata applicata la
valvola, per evitare la rottura di una sua qualche parte è necessario limitare,
a parità di portata, i valori di
pressione che il fluido deve avere in condizioni di moto permanente, devono essere limitati.
Tutto questo è richiesto poiché alla pressione del
fluido in condizioni normali si va a sommare una sovrapressione dovuta al suo
arresto(piu’ o meno rapido) mediante otturatore, è stato eseguito un calcolo
(anche se approssimativo, data la complessità del problema) del valore massimo
di pressione alla quale è in grado di resistere la valvola.
Per valutare il valore di sovrapressione è
necessario definire la celerità c
come:
in cui:
·
è la celerità del suono nel
liquido la quale vale 1425m/s per acqua a 8°C : tale valore aumenta in ragione
di circa 3m/s per ogni grado di aumento della temperatura (per olii
combustibili, ai quali compete una comprimibilità
maggiore di quella dell’acqua, la
celerità è dell’ordine dei 1200¸1300
m/s);
·
E
è il modulo di Young del materiale di cui è costituito il tubo all’imbocco
della valvola (210000 Mpa per l’acciaio);
·
D
ed e sono rispettivamente
il diametro interno e lo spessore della condotta.
Qui sotto è riportato il rapporto c/c*
in funzione dei due rapporti E/e
e D/e: esso mostra che la celerità è tanto minore quanto piu’
sottile è il tubo e quanto minore è il suo modulo di elasticità, vale a dire
quanto piu’ deformabile è il tubo.
Normalmente se il liquido è acqua, il rapporto E/e
vale all’incirca 100 per il ferro e l’acciaio, mentre è dell’ordine di 10
per il cemento amianto; le condotte in acciaio hanno però alti valori del
rapporto D/e e come ordine di grandezza piu’ frequente si può ritenere che
la celerità c sia compresa in media
fra 900 e 1000m/s. Invece con tubi di cemento amianto a cui competono valori
piu’ piccoli di D/e le celerità
sono piu’ elevate e assai prossime a quelle del condotto deformabile[ved.
Foglio Excel].
Per cui l’aumento di pressione rispetto al valore
in condizione di moto permanente è definito come:
dove
le velocità del fluido nel moto
indisturbato. Occorre fare attenzione al fatto che
diminuendo il diametro di imbocco della valvola, a portata costante, la
velocità del fluido arriverebbe,in condizioni limite,ad assumere un valore
infinito (il che non avrebbe senso perché la sovrapressione in gioco,
specialmente in presenza di pompe, aumenterebbe troppo causando la rottura della
valvola).