DIMENSIONAMENTO
DELLE VITI DI COLLEGAMENTO
Per il dimensionamento delle viti di collegamento, è stato calcolato il valore della spinta fluidodinamica sulla superficie del tappo, supponendo che il fluido all’interno sia circa fermo nell’intercapedine che contiene l’otturatore quando quest’ultimo è sollevato. Quest’ipotesi è accettabile in quanto se il funzionamento è stazionario, al suo interno si forma un vortice di ricircolo dotato di una quantità limitata di energia cinetica che è in parte responsabile della perdita di carico localizzata che la valvola introduce quando viene inserita all’interno del circuito.
Sotto quest’ipotesi la spinta è stata calcolata come segue:
[ N ]
nella quale il valore di pressione utilizzato è quello massimo raggiungibile indicato dal catalogo e il diametro utilizzato è pari a quello medio della guarnizione in accordo con la normativa sul dimensionamento dei recipienti in pressione.
Per le valvole in esame il numero di organi di collegamento è fissato pari a 4 viti, per cui la forza agente su ognuno di essi è pari a:
[ N ]
ma per maggiore sicurezza, negli elementi in pressione si utilizza una forza maggiorata nel modo seguente:
[ N ]
Perché le viti resistano deve essere verificata la condizione per la quale la tensione all’interno delle viti deve essere inferiore a quella limite consentita dal materiale:
ovvero
nella quale n è il coefficiente di sicurezza che nel nostro caso è stato assunto pari a 2 ed RP0,2 è il carico limite di snervamento del materiale che vale 640 MPa in quanto l’acciaio utilizzato è un acciaio di classe di resistenza 8.8 (dato ricavato dalla normativa UNI EN 20898/91).
Da questa relazione è possibile calcolare il diametro delle viti di collegamento in funzione della forza che agisce su di esse:
[ m ]
e quindi della pressione.
Ovviamente siccome i diametri degli elementi filettati sono disponibili solo a passi discreti, nel nostro modello è stato deciso di approssimarli all’intero superiore rispetto al valore calcolato.