4. IL
SOFTWARE: RHINO
Il programma da noi utilizzato per la modellazione della carrozzeria è Rhinoceros nella versione 2.0. Si tratta di un CAD di superfici dall’impostazione differente dai sistemi CAD per modellazione di solidi utilizzati nel corso. L’origine di tale differenza è da ricercarsi nell’approccio che si utilizza per la realizzazione di disegni sostanzialmente diversi; non si tratta più infatti di realizzare pezzi dalla geometria ben definita le cui forme sono dettate da esigenze squisitamente funzionali, ma di realizzare superfici dall’ aspetto armonioso che devono conciliare la vista e il gusto di chi le osserva. Differenti inoltre sono i soggetti che realizziamo non trattandosi più di volumi, ma di superfici parametrizzate. L’automobile che abbiamo disegnato è un insieme di superfici sospese e unite tra loro e non un volume scolpito come si potrebbe pensare utilizzando un approccio tipico di strumenti come Solid Edge o Solid Works. Realizzare un volume con Rhino significa disegnare una polysurface (unione di più superfici) vuota al suo interno e non un unico solido pieno.
Per quanto riguarda la modellazione delle superfici Rhino offre infinite possibilità di plasmarle a proprio piacimento. Fondamentale in questi casi diventa il comando di attivazione dei punti di controllo; si deve immaginare la superficie come fosse un “lenzuolo” appeso a dei punti notevoli: spostando questi punti si trascina la superficie dandole la forma che si preferisce.
Per effettuare queste operazioni vengono molto in aiuto i comandi set points nel menu transform che aiutano ad allineare i punti selezionati lungo i tre assi cartesiani. Questo comando si è rivelato molto utile per realizzare le linee di contorno della zona dell’abitacolo e del tetto che devono essere allineate vicino alla linea di mezzeria dell’auto,che rappresenta l’asse di simmetria.
Si possono creare superfici a partire da punti o da linee chiuse;
le prime sono superfici generalmente piatte e necessitano spesso di essere modellate attraverso i punti di controllo. Per realizzare le prime superfici più semplici abbiamo utilizzato il comando surface from 3 o 4 corner points;
le seconde seguono il profilo seguito dalle linee che la
chiudono e dunque, hanno già forme non banali. Per realizzare la superficie del
lunotto abbiamo prima disegnato le linee ai bordi e poi abbiamo usato il
comando surface from curve network.
Un comando molto importante e che rende perfettamente l’idea di armonizzazione delle superfici a discapito di geometrie ben definite è blend surface; raccorda due superfici non adiacenti secondo profili molto fluidi. Nel nostro disegno questo comando è stato fondamentale per la realizzazione della nervatura di raccordo tra il corpo centrale e i due laterali della vettura.
Anche per la realizzazione delle prese d’aria si è usato il comando blend per unire la carrozzeria alla griglia nera.
Oltre al classico comando Trim, Rhinoceros propone anche il comando split surface che consente di dividere una singola superficie in due lungo una linea di taglio giacente sulla superficie stessa.
Per la realizzazione della
superficie dei fari
anteriori della vettura si è dovuta separare la
superficie
trasparente che ricopre i proiettori da quella della carrozzeria per poterne
poi andare a modificare le proprietà e renderla appunto trasparente. Allo
stesso modo i fari posteriori “spalmati” sulla superficie della coda
dell’automobile sono stati ottenuti separando una porzione della carrozzeria
rendendola poi di colore rosso.
Il classico comando mirror è stato utilizzato per specchiare semivettura.
Confrontando Rhino con gli altri modellatori utilizzati nel corso dobbiamo riconoscere l’enorme affidabilità del programma che raramente è andato in panne o ha creato problemi durante il lavoro. Un plauso particolare va riconosciuto all’efficacia del rendering che sorprende per il realismo.
Un aspetto invece che lo allontana dalla versatilità di strumenti come Solid Edge o Solid Works è l’incapacità di aggiornare le singole modifiche al disegno complessivo; se con Solid Edge infatti si modifica un singolo particolare tutto ciò che gli è attorno , se accuratamente parametrizzato, viene modificato di conseguenza. Con Rhino invece modificare una singola superficie significa scollegarla totalmente da ciò che ha intorno. Questa caratteristica rende senza dubbio il modus operandi molto meno duttile.